16 agosto 2013
È stato portato via da un malore mentre era in vacanza. Aveva 79 anni, una vita passata tra la Cisl e l'attività nelle cooperative vicine al sindacato. Beppe Mainardi è stato figura importante per molti anni, dalla fine degli anni sessanta, dell'impegno sociale che derivava dal filone che era stato dei grandi protagonisti del cattolicesimo sociale piemontese, da Quarello a Rapelli, a Pastore, e poi Macario e Donat-Cattin. Dirigente della Fim Cisl, tra quelli che non avevano rinnegato la vicinanza alla Dc, era stato tra i capi della categoria dei metalmeccanici negli anni convulsi che erano scaturiti dall'autunno caldo, poi era passato all'Ust di Torino per finire nel mondo della cooperazione per un'attività che era il proseguimento di quella di dirigente della confederazione.
A lui si deve la raccolta di molti documenti che in buona parte sono conservati presso la fondazione Donat-Cattin che lo ricorda con commozione unendosi al dolore della famiglia.
Della sua vicenda sindacale, tra le altre, c'è una pagina drammatica e significativa della storia torinese. Fu l'uomo che accompagnò Pierre Carniti nel giorno in cui il segretario generale nazionale della Cisl venne a Torino per spiegare ai lavoratori Fiat -tra le proteste- l'accordo (conseguenza di una sconfitta della gestione estremista della lotta) che aveva chiuso nel 1980 i giorni della battaglia combattuta contro la decisione dell'azienda di mettere in cassa integrazione 15 mila dipendenti.
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