Giulio Andreotti. Con lui se ne va l'ultimo protagonista della prima repubblica
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6 maggio 2013

La scomparsa di Giulio Andreotti è una sorta di sigillo finale per la storia della prima repubblica. Uno dei protagonisti di quella vicenda (ne ha attraversato tutti i tempi: dal primo anno all'ultimo) ci ha lasciato ormai all'alba di una nuova fase per la politica italiana.
Fu, nel declinare della Dc, quasi il simbolo di un potere ormai logorato dall'età e dalla mancanza di rinnovamento. Eppure, nel momento della formazione dell'ultimo suo governo, il settimo, aveva 69 anni. I personaggi chiave della politica di questi tempi, con la sola eccezione di Beppe Grillo e D'Alema (che di anni ne hanno però già 65) sono tutti più vecchi di lui: da Prodi a Berlusconi, Monti e Amato.
È rimasto per tutto il tempo della seconda repubblica tra i più acuti osservatori della politica, fedele al suo modo di interpretare la cosa pubblica; attento ai cambiamenti della società, ma non portato ad abbandonare la sua storia.
La vicenda giudiziaria che ne ha intristito gli ultimi anni della vita, non è riuscita a mettere in secondo piano il suo ruolo storico. Legato quant'altri mai alla figura di Alcide De Gasperi, a lungo oppositore della politica del centro sinistra, si trovò, forse più per le circostanze tragiche del momento che non per convinzione, a guidare il governo fondato su una maggioranza che comprendeva al suo interno anche il Partito Comunista. Ed anche in questo sembrò un simbolo della capacità di adattamento ai tempi che era tipica del suo partito. Dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin, le più sincere condoglianze ai familiari dello scomparso.

 
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