Quando la terra trema
30 anni fa il terremoto in Irpinia
L’Abruzzo e L’Aquila sono diventati dal 6 aprile 2009 il simbolo di una terra e di una popolazione che hanno dovuto ricominciare a vivere dopo una catastrofe naturale. La ricostruzione (materiale e morale) del post-terremoto è stata segnata da mille difficoltà, speculazioni e polemiche.
Il sisma che ha colpito quelle popolazioni ha richiamato alla memoria altri eventi simili verificatisi nella storia d’Italia. Nella memoria collettiva è in particolare il terremoto d’Irpinia, avvenuto il 23 novembre 1980, a lasciare ancora oggi un segno. La ricorrenza dei 30 anni è diventata un’occasione di riflessione, anche in relazione all’attualità. Del resto le cifre di quella catastrofe furono davvero eccezionali: 3 mila morti, 9 mila feriti, 6 milioni di abitanti coinvolti in 687 Comuni diversi. Per non parlare dei danni: 362 mila abitazioni distrutte o danneggiate, che hanno richiesto qualcosa come 66 miliardi di euro di contributi pubblici. Pochi sanno che in Italia è ancora oggi in vigore un’accisa di 4 centesimi di euro su ogni litro di carburante acquistato, imposta dallo Stato per il finanziamento del terremoto in Irpinia. La ricostruzione, dopo trent’anni ancora incompleta, ha avuto molti risvolti opachi. Con il termine Irpiniagate si è rappresentato l’intreccio di manovre politiche e malavitose che sono riuscite a mettere le mani sui fondi statali. Indro Montanelli ebbe sull’intera vicenda un giudizio allusivo molto amaro: «l’uso di 50-60 mila miliardi stanziati per l’Irpinia rimase un porto nelle nebbie». L’esperienza umana nel terremoto, dal Friuli all’Irpinia e dall’Umbria all’Abruzzo, è stata simbolicamente un filo rosso che ha accomunato le generazioni di italiani nel passaggio di due secoli. Arte, cinema, teatro e letteratura hanno raccontato in mille modi quelle diverse tragedie. Ad unire gli animi la volontà, per il futuro, di prevenirle, di evitare che si ripetano. E di arginare e smascherare ogni speculazione, perché verità e giustizia non abbiano a soccombere sul male.
Alessandro Parola 14 dicembre 2010 |