Lo scioglimento del PCI
Vent’anni fa al congresso di Rimini La fine del Partito comunista italiano fu sancita dal congresso di Rimini il 3 febbraio 1991, quando segretario era Achille Occhetto. La sinistra del partito diede vita a Rifondazione comunista. La maggior parte del Pci confluì invece nel Partito democratico della sinistra (Pds).
Questa è la scarna sintesi che nei libri di scuola viene generalmente riportata rispetto alle vicende che caratterizzarono, dopo la caduta del muro di Berlino, gli sviluppi e l’epilogo del più grande partito comunista dell’Europa occidentale. Manca però una comprensione storica adeguata della svolta che quelle vicende segnarono e delle conseguenze che ne derivarono per il nostro Paese.
La generazione che è nata attorno agli anni della fine dell’ideologia comunista fatica a comprendere come si vivesse ai tempi della guerra fredda e della contrapposizione dei blocchi occidentale e orientale. Per gli adolescenti di oggi, poi, quella storia è ancor più lontana: il linguaggio e le forme artistiche riferite a quel mondo sono diventati quasi dei codici criptici. Si prenda l’esempio della canzone di Giorgio Gaber Qualcuno era comunista: quanti oggi hanno gli strumenti culturali per coglierne il significato originale, con gli aspetti di satira mista a parodia per la perdita degli ideali comunisti?
Eppure ci sarà bisogno di un lavoro ancora lungo e profondo, per ricostruire in modo non parziale il dibattito che portò al congresso di Rimini di vent’anni fa. Perché bisogna partire almeno dalla cosiddetta “svolta della Bolognina” del novembre 1989, quando nel quartiere popolare del capoluogo emiliano, luogo-simbolo del comunismo italiano, Occhetto annunciò che il partito avrebbe cambiato la sua denominazione. La storia della sinistra italiana è oggi ancora influenzata da quelle scelte, mentre la comprensione di quel periodo come della figura di Berlinguer e della stagione del compromesso storico necessitano di nuovi strumenti e linguaggi, adatti alle giovani generazioni.
Alessandro Parola
8 febbraio 2011 |