Sotto le mentite spoglie di innocui elettrodomestici, i forni a microonde possono scaldare vere e proprie ricette per ammalarsi di cancro. Il primo nutrizionista a diffondere questa seria preoccupazione fu lo svizzero Hans-Urich Hertel che, nel 1989, affermò che i cibi che vengono cucinati o scongelati nel microonde possono causare dei cambiamenti del sangue, che indicano lo sviluppo di un processo patologico presente anche nel cancro. Il Tribunale per il Commercio di Berna, prima, e la Corte Federale di Losanna, poi, intimarono a Hertel il silenzio, accusandolo di concorrenza sleale e dichiarazioni tendenziose ai danni dei produttori di apparecchi elettrici svizzeri. Ma l’effetto-domino partito dalla tesi del dottor Hertel coinvolse, con l’andare degli anni, un sempre crescente numero di studiosi. Ricerche istologiche sui broccoli e sulle carote cotti a microonde rilevarono, sulla scia dei primi rapporti stilati negli anni ’70, che la struttura molecolare dei nutrimenti era deformata a tal punto che le cellule degenerate, passando da un processo energetico di “corretta ossidazione” ad uno di “fermentazione malata”, parevano facili prede di virus, funghi e altri microrganismi. Studi recenti si sono soffermati sul riscaldamento o scongelamento del latte materno nel forno a microonde, rilevando una diminuzione del livello di fattori antinfettivi del latte e un cambiamento molecolare degli aminoacidi delle proteine; vale a dire, processi capaci di causare tossicità e la perdita del valore nutritivo del latte stesso. Il dibattito sulla pericolosità del forno a microonde resta, ancora oggi, aperto. |