“Vedi Napoli e poi muori” |
Arrivano fino al primo piano dei palazzi, le montagne di rifiuti che da parecchi giorni non vengono più raccolti. Napoli, da sola, ne produce duemila tonnellate al giorno. La gente, come se non bastasse, ha iniziato ad appiccare roghi e a impedire ai Vigili del Fuoco di spegnerli. L’ex ministro Matteoli, ha dichiarato che la colpa di questa emergenza è di chi ha contrastato la costruzione dei termovalorizzatori che avrebbero potuto risolvere il problema. Sodano ha ribattuto che il settore rifiuti è commissariato da tredici anni, per via delle ingerenze della camorra, e che nessun governo, indipendentemente dal colore, è riuscito a sbloccare la situazione. Ci sono cinque milioni di ecoballe (rifiuti da usare come carburante per i termovalorizzatori) già pronte. Per bruciarle tutte ci vorranno dai trenta ai cinquanta anni. La “autogestione” dei rifiuti in Campania è mostruosa. Ci sono da anni strade fiancheggiate da muretti di sacchi della spazzatura, materassi, lavatrici e altro ancora; c’è gente che tutti i giorni si carica la spazzatura in macchina per poi lanciarla dal finestrino, una vergogna. Non è una emergenza di questi giorni, non basterà solo riaprire le discariche, e nemmeno operare seriamente la raccolta differenziata; serve un cambio di mentalità profondo e uno sforzo collettivo per ridurre il problema e rieducare larghi strati di popolazione. Ora questi rifiuti, almeno in parte, finiranno per essere trasportati in altre regioni d’Italia: una nave carica di pattumiera è partita qualche settimana fa per la Sardegna, per la felicità della gente del posto che non poteva che protestare. Altre regioni, quali Lombardia, Liguria e Friuli Venezia Giulia si sono rese poco disponibili a ricevere rifiuti altrui; d’altronde il caso della regione Campania sembra unico in tutto il Paese. |