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"Termovalorizzatori"? Una parola già sentita da qualche parte... non si tratta per caso degli inceneritori? Infatti, non c'è differenza tra inceneritore e termovalorizzatore: si è usato l'escamotage di un nome nobilitante per negare la realtà. Un inceneritore inquina, solo a sentirne il nome, lo si capisce. Mentre "termovalorizzatore" da l'idea di valorizzare i rifiuti trasformandoli in energia. Ma è proprio una cosa salutare e conveniente? La maggior parte del nostri rifiuti (plastica, confezioni di cartone, ecc.) sono a base di carbonio, il nemico numero uno dell' ambiente (come ha annunciato 'The Economist 'nel luglio 2007), perché da lì provengono gas serra come il diossido ed il monossido di carbonio. E allora dovremmo liberarci dei rifiuti per mezzo di una combustione che ne produce altri ancora più tossici e letali! Da 1 kg di carbonio si producono 3 kg di gas serra che si volatilizzano nell'aria, più 3 hg di ceneri tossiche da seppellire da qualche parte. E l'energia che si ricava dagli inceneritori? È scientificamente provato che un chilo di carbone produce – è vero – più elettricità del petrolio, ma la produzione del carbone costa quasi il triplo di quella del greggio. Infatti In Germania e in Inghilterra l'estrazione del carbone è stata sospesa. Inoltre un inceneritore costa dai 600 ai 1000 miliardi delle vecchie lire e dopo 30 anni diventa obsoleto; a noi rimane solo il dubbio se valga veramente la pena di spendere così tanto denaro pubblico e inquinare l'ambiente quando esistono molte valide alternative ecologiche alla combustione del rifiuti con l'utilizzo delle nuove tecnologie.
Niccolò Arecco |
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