Andreotti e Donat-Cattin: storia di scontri e confronti. Quel giorno dal barbiere
Stampa

di Valeria Mosca - 10 Maggio 2013

Pubblicato dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin il carteggio tra il leader di Forze Nuove e i maggiori esponenti del suo partito raccoglie anche lo scambio di lettere con il sette volte presidente del Consiglio appena scomparso. La documentazione è ricca di spunti. Tra i più significativi quello avvenuto nei mesi del 1972 allorché Giulio Andreotti si trovò a formare i suoi primi due esecutivi. Crediamo interessante riproporre lo scambio di missive.
Il 18 febbraio ci fu la dura protesta di Donat-Cattin contro la formazione del primo governo Andreotti, un monocolore Dc che poneva fine all'alleanza di centro sinistra e riapriva alla collaborazione con il Partito Liberale. Confermato nel suo incarico di governo, egli si recò dal barbiere anziché salire al Quirinale per il giuramento. Il fatto ebbe una grande risonanza mediatica. Donat-Cattin era reduce da una riunione avuta con gli amici di Forze nuove che lo avevano invitato a non rinunciare all’incarico di ministro del Lavoro. Egli chiese perciò ad Andreotti una dichiarazione che riconoscesse la funzione delle sinistre democristiane, per attenuare l’eccessiva caratterizzazione a destra del governo. Il testo di quella dichiarazione fu scritto a quattro mani da Donat-Cattin e Franco Evangelisti, sottosegretario plenipotenziario di Andreotti. Le cronache del tempo ricordano che su Donat-Cattin esercitarono non poche pressioni anche Moro, Forlani e De Mita. Dopo il pronunciamento di Andreotti vi fu l’annuncio che il mattino successivo Donat-Cattin avrebbe regolarmente giurato nelle mani del presidente Leone.

Roma 18 febbraio 1972
Caro Andreotti,
nel ringraziarti della fiducia che mi hai dimostrato volendo che facessi parte del tuo ministero, devo confermarti quello che ti dissi mercoledì scorso: la mia convinzione di non poter far parte di questo tipo di governo. Tu sei stato portato non dalla tua volontà, ma dall’indirizzo prevalente oggi nel partito a dar vita a una formazione che, al di là delle intenzioni, rappresenta obbiettivamente la rottura delle alleanze politiche del centro-sinistra, significa non tanto e non soltanto la disponibilità ai voti di destra, quanto soprattutto la tendenza della maggioranza di partito a considerare essenziale lo sviluppo a destra e di copertura la nostra funzione, pur dovendosi notare che gli altri partiti hanno fatto il possibile per spingere il nostro su quella strada.
Non intendo contribuire a dare ai giovani che mi conoscono, prima di tutti ai miei figli, ed ai lavoratori che mi stimano un esempio di contraddizione inspiegabile, e per una Democrazia cristiana di diverso indirizzo continuerò a battermi oggi e nella campagna elettorale.
Ti prego perciò di voler provvedere alla mia sostituzione.
Mando copia al segretario politico.
Con immutata cordialità
Carlo Donat-Cattin.

Roma 18 febbraio 1972
Caro Donat-Cattin,
ti invio una mia dichiarazione che mi sembra fughi ogni non giusta interpretazione sul nostro comune sforzo democristiano di questi giorni.
Cordiali saluti
Giulio Andreotti.

L’onorevole Andreotti ha fatto la seguente dichiarazione: "Lo sforzo unitario della Democrazia cristiana nel far assumere ai suoi uomini in un momento tanto difficile l’impegno governativo ha un suo preciso significato ed una sua validità proprio in quanto è realizzato da tutte le componenti del partito, accanto ad alcuni nostri “vecchi” del momento politicamente così fervido della Costituente. In questo quadro ho apprezzato profondamente il senso di responsabilità e di dedizione dei colleghi della sinistra Dc, la quale è senza dubbio una delle componenti essenziali del partito: essi hanno superato un particolare disagio aderendo al mio invito espresso anche a nome della Dc”.

18 febbraio 1972
Caro Andreotti,
ho valutato positivamente, insieme con gli amici di Forze nuove, la dichiarazione che hai voluto fare apprezzando la funzione della sinistra Dc: un apprezzamento che è valido sul terreno reale dei rapporti politici nella misura in cui lavoriamo in comune per superare questa pausa e per riprendere la politica di collaborazione democratica.
Con questa valutazione e con l’impegno, pure comune, di una intransigente linea antifascista, ritengo di poter sciogliere le riserve che mi hanno impedito finora di accogliere il tuo invito a partecipare al governo.
Cordialmente ti ringrazio e ti saluto
CDC.

Nel giugno 1972 venne formato il secondo governo Andreotti che in prossimità delle elezioni prevedeva la presenza al governo di esponenti dei partiti di centro inclusi quelli del Partito Liberale. Di questo esecutivo Donat-Cattin non volle fare parte. A quel momento risalgono i due telegrammi che il leader di Forze Nuove e il presidente del consiglio si scambiarono.

Roma 26 giugno 1972
Mi rincresce che motivi di carattere politico entro il nostro partito mi abbiano privato della tua valida collaborazione in una nuova fase di lavoro dopo quella assai impegnativa che insieme abbiamo vissuto e per la quale ti esprimo la più viva gratitudine.
Con vivissimi saluti
Giulio Andreotti.


Roma 27 giugno 1972
Nel ringraziarti per il telegramma che mi hai inviato non posso che ribadire mia convinzione grave errore politico del nostro partito pur con l’augurio a te e al tuo governo di operare in queste condizioni per quanto possibile nell’interesse del Paese.
Cordialità.
Carlo Donat-Cattin