Carlo Donat-Cattin


A Torino sabato 1 aprile “Come salvare lo Stato Sociale?” PDF Stampa E-mail

Al Polo del ‘900 Palazzo San Daniele via del Carmine, 14 a Torino dalle ore 9.30 il convegno della Fondazione Carlo Donat Cattin.

Il convegno
Introdurrà il prof. Giovanni Zanetti, prof. Emerito di economia politica all’Università di Torino mentre sono previste le relazioni degli economisti Paolo Onofri, presidente di Prometeia associazione e Gilberto Turani, docente di economia pubblica all’Università Cattolica. Interverranno Dario Gallina, Presidente Unione Industriale di Torino, Fabrizio Palenzona, consigliere Unicredit e Gianluigi Petteni, Segretario Confederale Cisl. Modera il giornalista Giorgio Aimetti. Le conclusioni saranno portate dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Per la Fondazione la giornata di studi vuole dunque essere una occasione per comprendere, a fondo, ciò che sta accadendo in una società come quella italiana nella quale la tendenza è improntata all’invecchiamento e la mancanza di lavoro per le giovani generazioni. La trasformazione del lavoro, la tipologia dei contratti, l’organizzazione della struttura occupazionale è il fondamento di un nuovo Welfare. Integrazione, cittadinanza e diritti nella società complessa e liquida che ha bisogni di innovazione e nuove creative idealità.

Lo Stato sociale non è mai costato tanto ai cittadini italiani ed europei
In generale la salvaguardia dello stato sociale come patto tra generazioni e la tenuta dei livelli di democrazia, solidarietà, equità è l’obiettivo che dovrebbe caratterizzare le politiche e la programmazione economica del Paese nei prossimi decenni. Ripensare il welfare, riproporre nuove prospettive e linee economiche e sociali è l’obiettivo di questo convegno di studi che vede la partecipazione di rappresentanti politici, della amministrazioni pubbliche, dell’impresa e del sindacato ed economisti.

Invito (formato pdf)

 
A Torino sabato 1 aprile convegno “Come salvare lo Stato Sociale” PDF Stampa E-mail

La Fondazione Carlo Donat-Cattin promuove incontri e riflessioni dedicati alla realtà sociale e del lavoro, vista in prospettiva storica dallo sviluppo della consapevolezza del diritto al lavoro guardando alla situazione odierna e futura del mondo della produzione, dei servizi dell’economia globalizzata.

Sabato 1 aprile 2017 a Torino presso il Polo del ‘900, palazzo San Daniele (via del Carmine, 14) la Fondazione Carlo Donat-Cattin rinnova la sua riflessione su un tema fondamentale per oggi e per l’avvenire: lo Stato sociale. Dopo i saluti istituzionali interverranno: gli economisti Gilberto Turati, Paolo Onofri e Giovanni Zanetti, il presidente dell’Unione Industriale di Torino Dario Gallina, Gianluigi Petteni, segretario confederale Cisl e Fabrizio Palenzona Consigliere Unicredit, conclusioni del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

La giornata di studio è dedicata all’anniversario di Carlo Donat-Cattin a 26 anni dalla scomparsa. La Fondazione Carlo Donat-Cattin riprende un’intuizione del suo primo presidente, l’economista Siro Lombardini che, vent’anni fa, mise a fuoco il problema dello Stato sociale e i rischi legati alla caduta dell'occupazione nell'industria. Oggi più che mai la sfida più complessa e da assumere con un forte senso di responsabilità per il Paese, a tutti i livelli: istituzionale, politico, sociale ed economico.

Per la Fondazione il convegno vuole dunque essere un’occasione per comprendere, le trasformazioni del lavoro, la tipologia dei contratti, l’organizzazione della struttura occupazionale che sono il fondamento di un nuovo Welfare, insieme con i temi dell’integrazione, della cittadinanza e dei diritti nella società complessa che ha bisogni di innovazione e nuove creative idealità.

 
Donat-Cattin, 25 anni dopo. Politico di razza e leder della sinistra sociale della DC PDF Stampa E-mail

10 Marzo 2016

di Giorgio Merlo

Venticinque anni fa, il 17 marzo 1991, ci lasciava Carlo Donat-Cattin. Uno statista, un leaderpolitico, un giornalista di razza e un uomo di cultura. Nonche' un coraggioso sindacalista.

La personalita' e il magistero politico di Donat-Cattin, comunque sia, sono destinati ancora a segnare in profondita' la politica contemporanea. E questo per la semplice ragione che attraverso la sua azione ha contribuito a delineare un "pensiero" che non puo' essere sacrificato sull'altare di nessun nuovismo o maldestra modernita'.

Certo, i tempi mutano e le stagioni politiche si susseguono rapidamente. Ma una esperienza come quella vissuta da Donat-Cattin nel cuore della societa' e delle sue contraddizioni, continua a far discutere, ad alimentare curiosita' e, soprattutto, ad ispirare la concreta militanza di molti cattolici democratici e popolari. E non solo.

Sono almeno 3 i tratti costitutivi che possono essere tranquillamente richiamati oggi, a 25 anni dalla sua scomparsa. Innanzitutto Donat-Cattin e' stato un vero leader politico e uno statista. Caratteristiche che vengono riconosciute non solo dagli amici ma anche e soprattutto dagli avversari che individuano nel "Ministro dei Lavoratori" un vero e proprio "cavallo di razza" della vecchia Democrazia Cristiana. Un leader che aveva il coraggio di sfidare, come sindacalista, sul terreno dei contenuti la famiglia Agnelli a Torino e un dirigente politico che con una corrente - la sinistra sociale di Forze Nuove - che contava poco piu' del 6/7 per cento condizionava la strategia e l'azione del piu' grande partito italiano, la Dc. Celebre la sua battuta al riguardo, sempre sferzante ed efficace, che "il carisma o c'e' o non c'e'. E' inutile darselo per decreto". Era una battuta riferita a uno dei tanti segretari della Dc che non riscontrava il suo gradimento... Ma la leadership di Donat-Cattin non fu un prodotto da laboratorio o legata alla sola politica spettacolo che dura, normalmente, sino a quando il volano interessato della propaganda mediatica ti sostiene. La sua era una leadership maturata sul campo. Per questo viene ricordata con forza e convinzione.

In secondo luogo, Donat-Cattin e' sempre stato un uomo "di sinistra". Certo, la vulgata lo ricorda anche come l'uomo del "preambolo", l'ormai celebre documento politico da lui direttamente scritto che nello storico congresso del 1980 sbarro' la strada al governo ai comunisti del tempo. Ma la sinistra di Donat-Cattin - "sinistra sociale", appunto - era legata sempre alla reale e non virtuale promozione dei ceti popolari. Era una sinistra che partiva dalle esigenze e dai bisogni dei ceti meno abbienti e che cercava, attraverso gli strumenti concreti della politica e del Governo, di rimuovere quegli ostacoli che bloccavano al palo intere fasce sociali. Su questo versante non si puo' non ricordare uno dei capolavori della storia democratica della Repubblica italiana, quello Statuto dei Lavoratori del 1970 che rappresenta uno dei pilastri fondamentali del riformismo democratico e della vera e non finta cultura progressista e di sinistra nel nostro paese. E la sua corrente, Forze Nuove, ha rappresentato, del resto, nella cinquantennale storia della Democrazia Cristiana un "unicum" inimitabile ed irripetibile. E cioe', una "sinistra sociale" con valenza politica e capacita' progettuale che univa la rappresentanza dei ceti popolari con una raffinata e qualificata elaborazione politica ed istituzionale. Un "capolavoro" politico. Destinato a restare nella storia del riformismo cattolico.

Donat-Cattin, in ultimo, era anche e soprattutto un cattolico impegnato in politica. Quando la politica era "servizio verso gli altri " e ricerca del "bene comune". Uno di quei cattolici che, come i grandi cattolici democratici della Costituente, sapevano essere leader politici ma, al contempo, anche punti di riferimento per la stessa comunita' ecclesiale e interlocutori del vasto ed articolato associazionismo cattolico italiano. La sorgente spirituale ed incessante dell'ispirazione cristiana ha sempre accompagnato la sua intensa e profonda elaborazione politica, culturale ed istituzionale. Una appartenenza reale al mondo cattolico - frutto e prodotto di una generazione che dopo aver combattuto nella Resistenza e' approdata al sindacato e poi alla politica - che, pero', si e' sempre distinta per la sua autonomia laicale e una forte assunzione di responsabilita'. Una posizione che l'ha sempre tenuto lontano da ogni tentazione clericale o deriva confessionale. Altroche' i "cattolici professionisti" o i "baciapile a contratto", tanto per citare una celebre definizione di Mino Martinazzoli che oggi imperversano in quasi tutti gli schieramenti politici. Una generazione di cattolici di cui, oggi, purtroppo, si sente una forte mancanza. A prescindere dal susseguirsi delle stagioni politiche e delle fasi storiche.

Ecco perche' chi, come me, ha avuto la possibilita' e la fortuna di essere "educato" alla politica da uomini come Carlo Donat-Cattin dall'inizio degli anni '80, sente anche quotidianamente il limite e l'insufficienza della propria militanza politica e culturale. Ma con la consapevolezza, comunque, di aver potuto conoscere e sperimentare la grandezza di uomini - come Carlo Donat-Cattin, appunto - che hanno saputo testimoniare nella societa' e nella politica valori e principi con la forza disarmante delle idee, della coerenza, del coraggio e della fedelta' alle proprie radici.

Anche quando questo significava solitudine, isolamento ed impopolarita'.

 

 
Il Presidente Mattarella partecipa il 10 marzo al ricordo di Carlo Donat-Cattin al Senato PDF Stampa E-mail

 

3 marzo 2016

Il Presidente della Repubblica sarà presente il 10 marzo al Senato, per ricordare Carlo Donat-Cattin a 25 anni dalla scomparsa.

La Fondazione e la famiglia ringraziano il Presidente Mattarella per l'alto onore che ha voluto riservare all'uomo di governo e al leader politico.

Tutti gli amici che intendono partecipare debbono comunicare la presenza alla Fondazione (entro martedì 9 marzo all'indirizzo mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ) e presentarsi dalle 15,15 all'ingresso del Senato di via Luigi dei Francesi 9, per accedere alla sala Koch entro le 16.

 
Due convegni per ricordare Carlo Donat-Cattin. 10 marzo a Roma - 19 marzo a Torino PDF Stampa E-mail

 

1 marzo 2016

Rivolgiamo un appello a tutti gli amici di Roma e di Torino perché le due giornate dedicate al ricordo di Carlo Donat-Cattin, a 25 anni dalla scomparsa, vedano un'ampia partecipazione. Il trasloco della Fondazione e problemi organizzativi non hanno permesso di diffondere tempestivamente gli inviti e sensibilizzare tutto il mondo politico e sociale legato alla figura del leader democristiano.

Il primo appuntamento è a Roma giovedì 10 marzo. Il convegno inizierà alle ore 16:30 al Senato in aula Koch. Aprirà i lavori il Presidente del Senato Pietro Grasso. Seguiranno gli interventi del professor Francesco Malgeri - che traccerà il profilo storico dell’uomo di Stato - e le testimonianze di protagonisti dei grandi filoni culturali e politici della seconda metà del ‘900 come Franco Marini, Emanuele Macaluso, Maurizio Sacconi e Pierferdinando Casini. Sarà presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Il secondo appuntamento è a Torino sabato 19 marzo, ore 9:45 presso l’Auditorium della Città metropolitana di Torino (Corso Inghilterra 7). Il convegno si aprirà con il saluto del sindaco Fassino. Interverrà Anna Maria Furlan - segretario generale della CISL. Nei prossimi giorni diffonderemo il programma completo.

Per maggiori informazioni consultare il sito della Fondazione – www.fondazionedonatcattin.it – dove, nella sezione Incontri, c’è il programma del 10 marzo.

 
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