Religioni, secolarizzazione, fanatismi
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17 Febbraio 2016

L'uccisione di Giulio Regeni è l'ultimo tassello del tragico mosaico politico dell'altra sponda mediterranea, nella quale, occorre dirlo, la strategia dell'occidente (e soprattutto degli Stati Uniti) ha mostrato negli ultimi anni una singolare incapacità di comprendere ciò che stava avvenendo.

Questa crisi epocale, porta il segno di antiche rivalità tribali che sembravano sopite. Il caso della Libia, ormai un ex stato senza leadership di alcun tipo; quello dell'Egitto dove, da parte occidentale, alla scommessa sui fratelli islamici è seguito il repentino sostegno al governo militare che ha la forza delle armi, ma non quella del consenso; quello della Siria, un altro ex paese dove la guerra civile alimenta lo spettro di una nuova guerra fredda e vede opposti non due schieramenti, ma almeno tre (e gli occidentali hanno puntato sul più debole, quello dei riformisti laici, senz'altro democratici, ma in gran parte residenti a Parigi), sono eventi che vedono coinvolte soprattutto le diverse confessioni islamiche, ma che travolgono le popolazioni non musulmane destinate a fare la fine dei vasi di coccio tra quelli di ferro.

Oggi quelle realtà, alle quali hanno guardato preoccupati Papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill, rischiano l'esilio, o ciò che è peggio, la conversione forzata e lo sradicamento culturale.

Così scompaiono isole di reciproca tolleranza che avevano caratterizzato tanti paesi del vicino oriente, tornano ad affermarsi intransigenze religiose a spese della convivenza e si afferma anche la spinta all'emigrazione di massa di quanti fuggono le guerre e trovano in un'Europa senza figli, con pochi valori di riferimento (e quindi senza futuro) una sorta di terra promessa. E si pongono problemi difficili di reciproci rapporti e questioni che sembravano risolte storicamente mediante il progressivo processo di equilibrata secolarizzazione che ha riguardato il vecchio continente dalla metà del 1600 ad oggi. Soprattutto si pongono problemi di coabitazione e di tolleranza che non possono essere battuti né con irrealizzabili muri invalicabili, né con nuove norme laiche o religiose.

E' questa la cornice nella quale la Fondazione Donat-Cattin propone una riflessione su "Religioni, secolarizzazione e fanatismi" con un incontro che avviene nel quadro del Progetto Liberazioni 2.0, proposto dall'Unione Culturale nell'ambito delle iniziative del “Polo del 900”. Moderati da Luca Rolandi, ci saranno Domenico Quirico, l'inviato della "Stampa" protagonista di un lungo sequestro in Siria, la storica Marta Margotti e il teologo don Ermis Segatti.

L'appuntamento è per giovedì 25 febbraio alle ore 18 nella sala incontri dell'Istoreto a Torino, in via del Carmine 13 (a due passi da via Garibaldi), nel complesso storico dei Quartieri militari dove è ospitata, con quelle di altri istituti componenti del Polo del 900, la nuova sede della Fondazione Donat-Cattin. Per gli amici sarà l'occasione di ritrovarsi nei nuovi ambienti che accoglieranno le nostre future attività.