Da Francesco, parole che scuotono le coscienze
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26 giugno 2015

di Giorgio Merlo

Le parole, semplici ma potenti, di Papa Francesco a Torino interpellano tutti. Principalmente i cattolici e i cristiani, ma oserei dire tutti i cittadini. E l'accoglienza che ha ricevuto nella nostra citta' - oceanica, spontanea, gioiosa e anche commovente - e' l'ennesima conferma che il suo messaggio scuote le coscienze nella societa' contemporanee. Sul tema del lavoro, della sua redistribuzione, della centralita' della persona ha richiamato concetti e avanzato sollecitazioni a cui nessuno puo' sottrarsi. Ma sono concetti e sollecitazioni che non si possono liquidare con un applauso o un semplice baciamano. Come sul tema della corruzione, con altrettanta semplicita' e durezza, ha denunciato quel malcostume e quel decadimento etico e culturale che sfregiano e feriscono il senso civico, la politica e le istituzioni nel loro complesso.

Ora, di fronte a questo alto magistero e al suo prezioso insegnamento, una domanda credo sia d'obbligo. Ma come possono i cattolici italiani non essere scossi da queste parole? Come possono i cattolici italiani non "scendere in campo" direttamente e definitivamente? Al di la' e al di fuori delle legittime opzioni politiche diverse ma accomunati, tutti, dalla volonta' di partecipare a questo rinascimento etico che puo' rappresentare una spinta potente all'impegno politico, civile e sociale.

Sono domande a cui non ci si puo' sottrarre, pena non cogliere la potenza del messaggio di Francesco e la sua freschezza aderente al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa.

Non voglio, oggi, inoltrarmi in altre riflessioni. Ma la visita, intensa e profonda, di Papa Francesco a Torino non sara' relegata ad un grande fatto mediatico nazionale o internazionale. No, la visita di Papa Francesco nella nostra citta' potra' finalmente far scattare la scintilla per un rinnovato impegno pubblico dei cattolici e dei cristiani nella citta' e nella Regione. Nel rispetto delle convinzioni di ognuno ma anche, e soprattutto, nella profonda adesione ai valori e ai principi annunciati dal Pontefice in terra subalpina.